Parliamo ora più nel dettaglio degli impianti, e quello che in questa sintesi vuole un pò citare riguarda proprio quelli che nessuno discute: gli impianti elettrici (BIM). Di recente, le ultime 2 o 3 esperienze di sviluppo di processi BIM in ambito elettrico, mi hanno messo difronte a problematiche sempre diverse. Il caso che chiacchieriamo in questa paginetta riguarda una Caserma di dimensioni generose (circa 20mila mc) su più livelli, divisa in 11 corpi di fabbrica, in cui l’obiettivo è il rilievo e l’adeguamento elettrico della linea distributiva principale (contatore-quadri di zona), con importo lavori davvero contenuto. Questo, ci mette difronte alle normali esigenze: le planimetrie, lo stato di fatto, ecc. Da cosa siamo partiti? dalle piante gialle, cartacee del primo dopoguerra. Senza dwg, abbiamo cercato di ricostruire il modello della caserma (edile, LOD basso) per entrare poi nel merito del rilievo elettrico di dettaglio: forza motrice, luci, emergenza, rivelazione fumi, ecc. Ma il modello BIM è davvero un processo o solo un mezzo? beh, quello che mi viene da dire è proprio entrambi: in 2 giorni avevamo il modello edile di base, fedele al cartaceo in nostro possesso (per fortuna abbastanza simile alla realtà), e con questo siamo andati in sito per fare il rilievo elettrico. Le difficoltà non è stata avere l’abaco integrato delle utenze (= punti di forza motrice, luce, ecc) utile alla definizione dei quadri di progetto ma bensì trovare una gestione adeguata al flusso di dati per il modello matematico-elettrico di progetto.

esempio di abaco delle attrezzature (dotazioni finali) elettriche degli ambienti

In attività con questa, la grande flessibilità che consente di ordinare i dati, è fondamentale per avere una gestione che possa rispettare una: – leggibilità degli elaborati – restituire in tempo zero informazioni preziose sullo stato progettuale – dare le informazioni indispensabili all’impresa costruttrice non solo dello stato di fatto, ma dello stato di progetto, nella maniera più simile (e sintetica). Andando verso le conclusioni, cosa abbiamo imparato da questa esperienza (e cosa continuiamo a imparare, essendo in corso la medesima): – che la parte di progetto elettrico al 70-80% può esser condotta nel modello BIM rispettando esperienza, conoscenza e soluzioni citate sopra. – inevitabilmente alcuni “step” di sviluppo del processo BIM (elettrico) richiedono interazioni con altri software non propriamente (quasi mai) bi-direzionali – il coordinamento del dato è sempre al centro di ogni progetto, di ogni processo: questo aumenta la qualità e performa l’attenzione degli impianti verso un tenore di informazioni che negli ultimi decenni non ha mai appartenuto all’impiantista medio: il BIM impiantistico è più affidabile e qualitativo del metodo tradizionale.